REDAZIONE NOICOMUNISTI

DI MARIO SOUSA

FONTE

Traduzione di Guido Fontana Ros

Il compagno Mario Sousa, membro del Partito Comunista Marxista Leninista Rivoluzionario della Svezia KPML(r), alla fine egli anni ’90 del secolo appena passato, scrisse un interessante documento, tutt’ora valido, sulle menzogne anticomuniste e russofobiche diffuse in modo assolutamente pervasivo per tutto il mondo, concernenti l’esperienza socialista in Unione Sovietica del tempo del compagno Stalin.

Il nucleo iniziale della campagna propagandistica denigratoria dell’Unione Sovietica è senz’altro da ascrivere ai nazisti che nel 1933, grazie anche al “false flag” dell’incendio del Reichstagh, salirono al potere.

Questo nucleo iniziale venne ampiamente sviluppato dai tre aedi della menzogna: il nazista William Randolph Hearst magnate della stampa USA, l’agente del MI5 britannico Robert Conquest e il fascista traditore e infame di Aleksandr Isaevic Solzhenitsyn.

Anche se queste colossali menzogne sono state smontate da decenni, tuttavia vengono ripetute e rinnovate attraverso l’enorme potenza di fuoco dei mass media controllati dalle corporation.

Pertanto siamo consapevoli che la nostra voce è pari a un peto in un uragano tropicale, ma non per questo cessiamo di proclamare la verità dei fatti storici.

Se riuscissimo a far quantomeno riflettere qualche “sinistro” che continua a ripetere a pappagallo le menzogne sull’URSS fabbricate dai nazisti, sarebbe già un bel risultato.

Qui di seguito presentiamo la prima parte dello scritto del compagno Mario Sousa:

Le bugie concernenti l’Unione Sovietica – I parte

di Mario Sousa

Da Hitler a Hearst, da Conquest a Solzhenitsyn
La storia dei milioni di persone che, ai tempi di Stalin, furono presumibilmente incarcerate e che morirono nei campi di lavoro dell’Unione Sovietica o a causa della fame.
Nel mondo in cui viviamo, chi ha potuto evitare di udire le storie terribili di morti sospette e di assassini nei gulag o campi di lavoro dell’Unione Sovietica? Chi può dire di non aver mai sentito le storie di milioni affamati fino alla morte e di milioni di oppositori giustiziati in Unione Sovietica nell’epoca staliniana? Nel mondo capitalista queste storie sono ripetute infinite volte in libri, giornali, alla radio, alla televisione, nei film e il numero mitizzato delle vittime del socialismo è aumentato a passo di gigante negli ultimi 50 anni.
A dire il vero, da dove provengono queste storie, questi dati? Chi è dietro a tutto questo? E ancora un’altra domanda: cosa c’è di vero in queste storie? E quali informazioni giacciono negli archivi dell’Unione Sovietica, un tempo segreti ed ora aperti alla ricerca storica da Gorbachev nel 1989? Gli autori dei miti hanno sempre affermato che tutti i racconti dei milioni morti nell’Unione Sovietica di Stalin, troveranno conferma il giorno in cui gli archivi saranno aperti. È quello che è successo? In realtà cosa è stato confermato?

Il seguente articolo ci mostra dove abbiano avuto origine queste storie di milioni di morti di fame e nei campi di lavoro dell’Unione Sovietica di Stalin e chi ci sia dietro.
L’autore, dopo aver studiato i resoconti delle ricerche svolte negli archivi dell?unione Sovietica, è in grado di fornire un’informazione sotto forma di dati concreti sul numero reale dei prigionieri, degli anni passati in prigione e il numero reale dei morti e di quelli che furono condannati a morte nell’Unione Sovietica di Stalin. La verità è molto diversa dal mito.

C’è un diretto collegamento intercorrente da Hitler a Hearst e da Conquest a Solzhenitsyn. Nel1933 avvenne un cambiamento politico in Germania che avrebbe lasciato il marchio nel mondo per i decenni a venire. Il 30 gennaio Hitler divenne primo ministro e una nuovo forma di governo, che coinvolgeva l’uso della violenza e il disprezzo della legalità, cominciò a prendere forma. Per consolidare la loro presa sul potere, i nazisti indissero nuove lezioni per il 5 marzo, utilizzando tutti i mezzi propagandistici per assicurarsi la vittoria. Una settimana prima delle elezioni, il 27 febbraio, i nazisti appiccarono il fuoco al parlamento e accusarono i comunisti di esserne i responsabili. Nella successiva tornata elettorale i nazisti si assicurarono 17,3 milioni di voti e 288 deputati, circa il 48% dell’elettorato (a novembre si erano assicurati 11, 7 milioni di voti e 196 deputati). Una volta che fu bandito il Partito Comunista, i nazisti cominciarono a perseguitare i socialdemocratici e il movimento sindacale, mentre i primi campi di concentramento cominciavano ad essere riempiti di uomini e donne di sinistra. Allo stesso tempo il potere di Hitler in parlamento continuava a crescere con l’aiuto della destra. Il 24 marzo, Hitler fece approvare dal parlamento una legge che gli conferiva il potere assoluto di governare il paese per 4 anni senza bisogno di consultare il parlamento. Da questo punto in poi cominciò la persecuzione degli ebrei, che cominciarono ad entrare nei campi di concentramento dove erano già stati detenuti i comunisti e i socialdemocratici di sinistra. Hitler spingeva avanti la sua scommessa per il potere assoluto, denunciando gli accordi internazionali del 1918 per la restrizione dell’armamento e della militarizzazione della Germania.

Il riarmo della Germania procedeva a gran velocità. Questa era la situazione nell’arena politica internazionale quando i miti concernenti i morti in Unione Sovietica cominciarono ad essere messi insieme.

L’Ucraina come territorio tedesco
A fianco di Hitler, nella dirigenza tedesca, vi era Goebbels, il ministro della Propaganda, l’uomo incaricato di inculcare il sogno nazista nel popolo germanico. Era il sogno di un popolo razzialmente puro che viveva in una Grande Germania, un paese con un largo lebensraum [spazio vitale], un ampio spazio in cui vivere. Una parte di questo lebensraum, un’area ad est della Germania che era molto più grande della stessa Germania era ancora da conquistare e da incorporare nella nazione germanica. Nel 1925, nel suo Mein Kampf, Hitler aveva già indicato l’Ucraina come parte essenziale dello spazio vitale tedesco.
L’Ucraina e le altre regioni dell’Europa orientale dovevano appartenere alla nazione tedesca in modo da essere usate nell’ ”appropriata” maniera. Secondo la propaganda nazista, la spada nazista avrebbe liberato questi territori per far posto alla razza tedesca. Con la tecnologia e l’imprenditoria tedesche, l’Ucraina sarebbe stata trasformata in un’area di produzioni di cereali per la Germania, ma per prima cosa si doveva liberarla dalla popolazione di “esseri inferiori” che, secondo la propaganda nazista, sarebbero stati messi al lavoro come schiavi nelle case tedesche, nelle fabbriche e nei campi, ovunque fosse necessario all’economia germanica.

La conquista dell’Ucraina e delle altre aree dell’Unione Sovietica necessitava di una guerra contro l’Unione Sovietica e questa guerra doveva essere ben preparata in anticipo. A tal fine, il ministro della Propaganda, Goebbels, varò una campagna su un ipotetico genocidio commesso dai bolscevichi in Ucraina, un terribile periodo di una carestia catastrofica provocata deliberatamente da Stalin per obbligare i contadini ad accettare le politiche socialiste. Il proposito della campagna nazista era quello di preparare l’opinione pubblica mondiale alla “liberazione” dell’Ucraina da parte delle truppe tedesche. A dispetto degli enormi sforzi e del fatto che la maggior parti dei testi propagandisti tedeschi fossero pubblicati dalla stampa anglosassone, la campagna nazista sull’ipotetico “genocidio” in Ucraina, non ebbe molto successo a livello mondiale. Era chiaro che Hitler e Goebbels avevano bisogno di aiuto per diffondere i loro pettegolezzi propagandistici sull’Unione Sovietica. Trovarono aiuto in USA.

William Hearst amico di Hitler
William Randolph Hearst è il nome di un multimilionario che voleva aiutare i nazisti nella loto guerra psicologica contro l’Unione Sovietica. Hearst era proprietario di giornali ed era ben conosciuto negli USA come il “padre” della cosiddetta “yellow press” vale a dire di giornali scandalistici. William Hearts cominciò la sua carriera di editore di giornali nel 1885 quando suo padre, George Hearst, industriale milionario del settore minerario, senatore ed egli stesso proprietario di giornali, lo mise a capo del Francisco Daily Examiner. Questo fu anche l’inizio dell’impero giornalistico di Hearst, un impero che influenzava fortemente la vita e il pensiero dei nordamericani. Dopo la morte del padre, Hearst vendette tutte le azioni dell’industria mineraria che aveva ereditato e cominciò a investirne il capitale nel mondo del giornalismo. Il suo primo acquisto fu il New York Morning Journal, un giornale tradizionale che Hearst trasformò completamente in uno straccio scandalistico.

Comprava le sue storie a qualsiasi prezzo e quando non c’erano da pubblicare atrocità o crimini, ordinava ai suoi giornalisti e fotografi di “aggiustare” le notizie. È questo, infatti, a caratterizzare la “yellow press”: bugie e atrocità “arrangiate” presentate come vere.
Queste menzogne lo resero milionario e lo fecero diventare un personaggio molto importante del mondo dei giornali. Nel 1935 era uno degli uomini più ricchi del mondo, con una fortuna stimata attorno ai 200 milioni di dollari. Dopo il suo acquisto del Morning Journal, Hearst cominciò a comprare e fondare quotidiani e settimanali ovunque in USA. Nel 1940 possedeva 25 quotidiani, 24 settimanali, 12 stazioni radio, 2 agenzie mondiali di notizie, un’agenzia che forniva soggetti per film, la Cosmopolitan Film Company e un sacco di roba del genere. Nel 1948 egli comprò una delle prime stazioni TV, la BWA TV di Baltimora. I giornali di Hearst vendevano 13 milioni di copie al giorno e avevano quasi 40 milioni di lettori. Almeno un terzo della popolazione adulta degli USA leggeva ogni giorno i giornali di Hearst. Per di più, parecchi milioni di persone di persone, per il mondo, ricevevano informazioni dalla stampa di Hearst per mezzo delle sue agenzie giornalistiche, dei film e da una serie di giornali che erano tradotti e pubblicati in gran quantità in tutto il mondo.

I dati sopra riportati dimostrano come l’impero di Hearst fosse in grado di influenzare la politica americana e anche la politica internazionale, per molti anni su questioni che includevano l’opposizione all’entrata in guerra degli USA nella Seconda Guerra Mondiale a fianco dell’Unione Sovietica e la caccia alle streghe della campagna anticomunista del senatore McCarthy degli anni ’50.

Le vedute di William Hearst erano ultra conservative, nazionaliste e anticomuniste. La sua era una politica di estrema destra. Nel 1934 viaggiò fino in Germania, dove fu ricevuto da Hitler in qualità di ospite e amico. Dopo questo viaggio i giornali di Hearst divennero ancor più reazionari, pubblicando sempre più articoli contro il socialismo, contro l’Unione Sovietica, specialmente contro Stalin. Hearst cercò anche di usare questi giornali per appoggiare i propositi propagandistici dei nazisti, pubblicando una serie di articoli di Goering, il braccio destro di Hitler. Le proteste di molti lettori, comunque, lo costrinsero a fermare la pubblicazione di roba del genere e a toglierla dalla circolazione.

Dopo la visita a Hitler, i giornali scandalistici di Hearst furono riempiti di “relazioni” sui fatti terribili che accadevano in URSS, uccisioni, genocidio, schiavitù, lusso per i governanti e fame per il popolo, tutta questa roba compariva ogni giorno. I materiali erano forniti a Hearst dalla Gestapo, la polizia politica nazista.

Sulla prima pagina dei giornali talvolta comparivano caricature e foto truccate dell’Unione Sovietica, con Stalin raffigurato come un assassino brandente un pugnale. Non dobbiamo dimenticare che questi articoli erano letti negli USA da 40 milioni di persone al giorno da altri milioni nel mondo!

Il mito della carestia in Ucraina
Una delle prime campagna della stampa di Hearst contro l’Unione Sovietica, girava attorno alla questione dei presunti milioni di morti di fame in Ucraina a causa della carestia. Questa campagna ebbe inizio l’8 febbraio 1935, con una prima pagina dell’American Chicago recante il titolo di “6 milioni di persone sono morte di fame in Unione Sovietica”.

Usando il materiale fornitogli dai nazisti tedeschi, William Hearst, il barone della stampa e simpatizzante nazista, cominciò a pubblicare storie inventate del genocidio che si supponeva fosse stato perpetrato deliberatamente dai bolscevichi, causando la morte per fame di milioni di persone in Ucraina. La verità è alquanto differente. Infatti quello che avvenne in Unione Sovietica all’inizio degli anni ’30 fu una grande fase della lotta di classe in cui i poveri contadini senza terra insorsero contro i kulaki e cominciarono la lotta per la collettivizzazione, per formare i kolkhoz.

Questa grande lotta di classe, coinvolgendo direttamente o indirettamente qualcosa come 120 milioni di contadini, certamente incrementò una certa instabilità della produzione agricola e una penuria di cibo in alcune regioni.

La scarsità di cibo indebolì le persone, fatto che a sua volta incrementò il numero delle vittime di malattie epidemiche. Purtroppo queste epidemie erano comuni dappertutto nel mondo. Fra il 1918 e il 1920 la “spagnola” causò la morte di 20 milioni di persone negli USA e in Europa, ma nessuno accusò i governi di questi paesi, di voler uccidere intenzionalmente i propri cittadini. Il fatto è che nessuno di questi governi poté far qualcosa di fronte ad un’epidemia del genere. Solo con la scoperta della penicillina durante la Seconda Guerra Mondiale, divenne possibile contenere con efficacia queste epidemie. La penicillina divenne disponibile solo alla fine degli anni ’40.

Gli articoli della stampa di Hearst asserivano che milioni stavano morendo di fame in Ucraina per una carestia provocata apposta dai comunisti, scendendo in crudi e luridi dettagli. La stampa di Hearst usava ogni mezzo possibile per far sì che le sue bugie sembrassero verità, avendo successo nel volgere bruscamente contro l’Unione Sovietica l’opinione pubblica dei paesi capitalisti. Questa fu l’origine del primo gigantesco mito fabbricato asserente i milioni di morti in Unione Sovietica. Sull’ondata di proteste contro la carestia apparentemente provocata dai comunisti, scatenata dalla stampa occidentale, nessuno fu interessato alle proteste sovietiche e la continua esposizione mediatica delle bugie della stampa di Hearst determinò una situazione che perdurò dal 1934 al 1987! Per più di 50 anni diverse generazioni della popolazione mondiale furono sottoposti a una dieta a base di calunnie che condussero alla considerazione negativa del socialismo in URSS.

L’impero dei mass media di Hearst nel 1988
William Hearst morì nel 1951 a casa sua a Beverly Hills, California. Hearst lasciò un impero di mass media che fino ai giorni nostri continua a spargere il suo messaggio reazionario nel mondo. La corporation Hearst è una delle più grandi imprese del mondo, incorporando oltre 100 compagnie e dando impiego a 15.000 persone. L’impero di Hearst oggi comprende riviste, libri radio, TV via cavo e via etere, agenzie stampa e multimediali.

La verità emerge 52 anni prima
La campagna nazista di disinformazione sull’Ucraina non muore con la disfatta della Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale. Le bugie naziste vengono rilevate dalla CIA e dal MI 5 e viene loro garantito un posto di preminenza nella guerra propagandistica contro l’Unione Sovietica. La caccia alle streghe della campagna anticomunista del senatore McCarthy dopo la Seconda Guerra Mondiale prosperò sui racconti dei milioni periti di fame in Ucraina. Nel 1953 un libro su questo soggetto venne pubblicato negli USA. Questo libro si intitolava “Black Deeds of the Kremlin” [Gli oscuri misfatti del Cremlino]. La sua pubblicazione fu finanziata dai rifugiati ucraini negli USA, gente che aveva collaborato con i nazisti nella Seconda Guerra Mondiale a cui il governo americano aveva concesso asilo politico, presentandoli al cospetto del mondo come “democratici”.

Quando fu eletto Reagan alla presidenza USA e cominciò la sua crociata anticomunista degli anni ’80, fu resuscitata la propaganda sui milioni morti in Ucraina. Nel 1984 un professore di Harvard pubblicò un libro intitolato “Human Life in Russia” [La vita umana in Russia], che ripeteva tutte le false informazioni prodotte dalla stampa di Hearst nel 1934. Quindi nel 1984, noi trovavamo rinate le bugie e le contraffazioni naziste risalenti agli anni ’30, questa volta sotto il rispettabile mantello di un’università americana, ma non era finita qui. Nel 1986 apparve ancora un altro libro sul soggetto, intitolato “Harvest of Sorrow” [Il raccolto dell’amarezza], scritto dall’ex (?) membro del servizio segreto britannico Robert Conquest, ora professore alla Stanford University della California. Per questo suo “lavoro” ricevette 80.000$ dalla Organizzazione Nazionale Ucraina.

Questa stessa organizzazione pagò anche il film realizzato nel 1986 chiamato “Harvest of Despair” [Raccolto della disperazione], in cui, inter alia [fra le altre cose], si usava materiale del libro di Conquest. A partire da questo momento negli USA, il numero di persone che presumibilmente avevano perso la vita nella carestia d’Ucraina, fu aumentato a 15 milioni!

Tuttavia i milioni che si dice che siano morti di fame secondo la stampa di Hearst in America, ripetuto a pappagallo in libri e film, si basavano su informazioni completamente false. Il giornalista canadese Douglas Tottle espose meticolosamente le falsificazioni nel suo libro “Fraud, famine and fascism, the Ukrainian genocide myth from Hitler to Harvard” [Frode, carestia e fascismo, il mito del genocidio ucraino da Hilter ad Harvard], pubblicato a Toronto nel 1987. Fra le altre cose Tottle provò che il materiale fotografico usato, di orrende immagini di bambini morenti di fame, era stato tratto da pubblicazioni del 1922, quando milioni di persone morirono a causa della fame e delle conseguenze della guerra poiché otto eserciti stranieri avevano invaso l’Unione Sovietica durante la Guerra Civile del 1918 – 1921.

Douglas Tottle ci fornisce i fatti che circostanziano il racconto della carestia del 1934 ed espone le menzogne assortite pubblicate nei giornali di Hearst. Un giornalista che per un lungo periodo spediva articoli e fotografie dall’area dell’ipotetica carestia era Thomas Walker, un uomo che non mise mai piede in Ucraina e che perfino a Mosca non aveva trascorso a malapena che 5 giorni. Il fatto fu rivelato dal giornalista Louis Fischer, corrispondente da Mosca del The Nation, giornale americano. Fischer rivelò anche che il giornalista M. Parrott, il vero corrispondente dei giornali di Hearst da Mosca, aveva spedito a Hearst articoli che non furono mai pubblicati sull’eccellente raccolto in Unione Sovietica del 1933 e sul progresso dell’Ucraina. Tottle prova anche che il “giornalista” che scrisse gli articoli sulla pretesa carestia ucraina, “Thomas Walker”, si chiamava in realtà Robert Green ed era un pregiudicato evaso dalla prigione di stato del Colorado! Questo Walker o Green venne arrestato quando fece ritorno negli USA e quando comparve davanti alla corte, ammise di non esser mai stato in Ucraina. Tutte le menzogne sui milioni di morti di fame nell’Ucraina degli anni ’30, in una carestia organizzata da Stalin furono smascherate solo nel 1987! Hearst il nazista, l’agente Conquest e gli altri hanno coglionato milioni di persone con le loro bugie e le loro relazioni false. Ancora oggi le storie del nazista Hearst sono ripetute in libri freschi di stampa, scritti da autori a libro paga della destra.

I giornali di Hearst, detenendo il monopolio in molti stati degli USA e possedendo parecchie agenzie di stampa per il mondo, furono il grande megafono della Gestapo. In un mondo dominato dal capitale monopolista, fu possibile alla stampa di Hearst, la trasformazione delle bugie della Gestapo in “verità” diffuse ovunque da dozzine di giornali, stazioni radio, canali TV. Quando la Gestapo scomparve, questa sporca propaganda venne portata avanti senza riguardi contro il socialismo dell’Unione Sovietica, da un nuovo padrone, la CIA. Le campagne anticomuniste della stampa americana non diminuirono di intensità. Gli affari continuarono come sempre, prima era compito della Gestapo, ora è compito della CIA.

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