DA LEGGERE E DA MEDITARCI SU.
Russell Bonner Bentley Vip Video Club 28 novembre 2016Agli albori della rivolta che fece nascere le Repubbliche Popolari di Donetsk e Luqansk, m’ispirai a “Strelkov”, pensando che…
DA LEGGERE E DA MEDITARCI SU.
Russell Bonner Bentley Vip Video Club 28 novembre 2016Agli albori della rivolta che fece nascere le Repubbliche Popolari di Donetsk e Luqansk, m’ispirai a “Strelkov”, pensando che…
traduzione di Guido Fontana Ros
In seguito a questa intercessione, le autorità americane e britanniche che sopraintendevano al campo di internamento, rimasero ferme nel loro proposito di contravvenire all’obbligo di rimpatriare in Unione Sovietica questi soldati. Uno dei principale fautori della decisione di non rimpatriare la Divisione Galizia fu il maggiore Denis Hills. Il maggiore Hills era fiero di proteggere questi uomini e nonostante ammettesse di “essere a conoscenza della loro appartenenza alle SS”, diceva che “l’esercito non si interessava dei crimini di guerra”. Secondo lo storico britannico Stephen Dorril, nel suo libro “M16: Inside the Covert World of Her Majesty’s Secret Service“, il maggiore Hills descriveva se stesso come un fascista e un acceso anticomunista che si era incaricato personalmente di trasferire la Divisione Galizia in Gran Bretagna. Hills in persona consigliò il capo della divisione, il maggiore Yaskevycz, di dare istruzione ai suoi uomini di mentire e di insistere sul fatto che erano stati costretti a servire i nazisti, non essendo in alcun modo volontari, quando erano interrogati dalla commissione sovietica per il rimpatrio. Il risultato di questo e il timore che il miglioramento delle relazioni fra l’Italia e l’Unione Sovietica potesse sfociare nel rimpatrio, fecero prendere la decisione del 1 aprile 1947, di trasferire almeno 8.000 membri della Divisione Galizia in Gran Bretagna.
…risulta difficile comprendere l’atteggiamento del Ministero del Lavoro verso questi prigionieri di guerra. Mentre si prende a cannonate il moscerino del PLF, ci si prepara ad inghiottire con serenità un cammello di grandi dimensioni sotto forma di oltre 4.000 indiscutibili volontari della Wehrmacht, questo mi sembra che tocchi la sommità dell’assurdo…Non posso essere d’aiuto avendo serie perplessità riguardo a questo tentativo di collocare i prigionieri di guerra ucraini sul mercato del lavoro come una semplice altra partita di EVWS. [Lavoratori volontari europei].
ottenuto le prove da persone che avevano svolto là [RNAS Crail] il servizio e che avevano imparato il russo da gente che si vantava delle atrocità commesse… Queste vanterie erano note agli uomini dei servizi che stavano entrando nei reparti di intelligence e dovevano essere altresì note al governo inglese negli anni successivi
INTERESSANTE ARTICOLO SULLE NUOVE ARMI DELLA GUERRA ELETTRONICA CHE SONO/POTREBBERO ESSERE USATE NEI CONFLITTI INTERIMPERIALISTI
L’ARTICOLO PUO’ ESSERE ELETTO ANCHE IN FORMATO PDF QUI
L’attuale fase politica internazionale è caratterizzata dalla guerra imperialista, dalla nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale in cui segno evidente sono le guerre popolari condotte da partiti comunisti guidati dal marxismo leninismo maoismo e dallo svilupparsi delle contraddizioni interimperialistiche tra le diverse frazioni della Borghesia Imperialista (USA contro paesi europei Francia e Germania […]
via GUERRA ELETTRONICA E ARMI AD EMISSIONE ELETTROMAGNETICA — Marcos61’s Blog
Traduzione di Guido Fontana Ros
Traduzione di Guido Fontana Ros
Nell’articolo “Una logica analisi della teoria della repressione di massa” noi riscontriamo che le cosiddette “decine di milioni di persone vittime della repressione”, non sono altro che un mucchio di bugie inverosimili che non reggono neanche alla più semplice analisi logica. Ma come stanno veramente le cose? Quanta gente è stata sbattuta nei GULAG e perché? Quanto era terribile viverci, quante probabilità c’erano di esservi mandati nella vita reale, non nelle bugie dei pagliacci della propaganda della TV?
Ci sono statistiche sovietiche estremamente chiare a questo riguardo, perché è del tutto impossibile gestire milioni di persone senza registri e archivi. Per di più non è neanche possibile gestire una fabbrica da centinaia di operai senza registri, figuriamoci un intero paese. Questi dati archivistici esistono realmente e nessuna comunità scientifica seria mette in discussione le statistiche di quegli anni. D’altra parte alcuni hanno fatto la pazzesca congettura che negli anni ’30 del 20° secolo, le prigioni dell’URSS tenessero 2 registri archivistici, uno reale per uso interno e uno fasullo per le persone che sarebbero vissute decadi dopo.
“Nel 1937, nei Gulag c’erano 1.196.369 prigionieri e l’87% di loro erano prigionieri normali, come ladri, truffatori, ecc, non detenuti politici. Nel 1938 i prigionieri erano 1.881.570 e l’81% era costituito da criminali ordinari” (1)
“In realtà il numero dei detenuti in qualità di prigionieri per attività controrivoluzionaria dal 1921 al 1953 (33 anni) assommava a 3,8 milioni”. (3)
“In base all’informazione dell’ufficio del procuratore Generale, sono stati riaperti 632,302 casi, in cui sono coinvolte 901.127 persone, di cui ne sono state riabilitate 637.614” (4)
“Tutte le persone condannate come criminali da tutti gli organi non giurisdizionali dovevano essere considerate innocenti”.
Questa affermazione è fraudolenta perché i tribunali militari e le corti compostte da tre (trojke) che erano dei tribunali di fatto appositamente creati per velocizzare la procedura quando la colpevolezza dell’imputato era evidente, ad esempio in caso di flagranza. (5). Tutti questi imputati, nonostante che i loro crimini fossero stati provati, furono definiti “vittime della repressione”.
“Perché vengono definite “vittime”? Potrebbero essere veri e propri criminali, almeno secondo le leggi sovietiche vigenti all’epoca”.
I traditori come gli Yakovlev, gli Yeltsin e i Gorbachev non avrebbero avuto alcuna speranza in un dibattimenti giudiziario equo; la loro affermazione per cui tutti i prigionieri che erano evasi andavano considerati innocenti, sarebbe valsa loro l’espulsione a calci nel sedere da ogni normale corte di giustizia in quanto questa dichiarazione di Yakovlev è del tutto falsa. Loro lo sapevano perfettamente (il lavoro di Zemskov è finito e pubblicato) che nel caso di un’indagine imparziale le affermazioni sulle “repressione di massa”, non sarebbero state riscontrate ed è per questo che diedero inizio all’isteria della repressione che era totalmente controllata dai loro mass media.
Traduzione di Guido Fontana Ros
Alexandr Dugin, filosofo:
“Questo tizio è un pilastro del liberalismo in Russia come quasi tutto il blocco economico del governo. Parimenti al risultato elettorale di Moldavia e Bulgaria siamo di fronte a un nuova caso dell’effetto Trump. La rete globale dei liberali viene scardinata dall’interno. Grosso modo è tutta roba loro quella che finora è crollata. Putin ha del tutto ragione ad agire impetuosamente mentre una finestra di opportunità si è aperta. La sesta colonna di cui rappresentante è M. Oulioukaïev, si reggeva in piedi solo grazie all’enorme pressione dei liberal-globalisti che erano al potere negli USA. Ora questo non ha più alcun senso. Ecco perché non c’è più alcun ostacolo per portare a termine le riforme patriottiche lanciate da Putin 16 anni fa. Per di più, se Putin non distruggesse ora la sesta colonna, la sua legittimazione sarebbe compromessa. Questo si spiega con il fatto che, nella Russia attuale, la politica interna diventi molto importante. Ci sono degli enormi problemi. Questo deve essere l’inizio. I pretesti per mettere in galera quasi tutta la sesta colonna sono a portata di mano. nessuno dubita che non siano altro che sporchi criminali. Quello che è importante è: ‘Oulioukaïev non è altro che la prima rondine a dimostrare l’azione dell’effetto Trump nella politica interna (sic!) della Russia. Tra poco la sesta colonna sarà messa alla porta! Quale sarà il passo successivo?”
Mikhaïl Khazin, economista:
“Dal punto di vista della sua posizione personale all’interno della squadra liberale, fino a poco fa, l’arresto di Alexeï Oulioukaïev era fuori questione, qualunque fossero le dimensioni della sua corruzione. Vale a dire che Oulioukaïev era intoccabile perché faceva parte di un gruppo elitario. tuttavia vi era del materiale per lui compromettente a partire dal 1992 quando lavorava nel governo di Gaidar.
Il suo arresto è il risultato di cambiamenti radicali nel sistema politico mondiale. E’ il risultato della vittoria di Trump. La squadra dei liberali era protetta dai finanzieri internazionali che a a loro volta hanno subito una schiacciante disfatta in questa tornata elettorale. Proprio per questa ragione è stato possibile arrestare i membri della squadra di Oulioukaïev.
Tuttavia anche un nuovo capo al ministero dello Sviluppo economico non sarà i grado di ristabilire la situazione. Non potrà farlo in quanto la politica economica continua ad essere sotto il controllo della squadra liberale. Non bisogna aspettarsi grandi cambiamenti prima della destituzione di tutta la squadra liberale”
Mikhaïl Deliaguin, politico, economista:
“M. Oulioukaïev ha scelto il momento “migliore” per estorcere del danaro alla Rosneft: come io capisco non è stato preso con le mani nel sacco. Normalmente in casi simili le persone sono condannate all’arresto. In secondo luogo penso che questo caso sia legato al cambio di governo a Washington. Il clan liberale russo che si è formato all’epoca di Bill Clinton e in gran parte grazie a gente di Clinton ha proprio perso la sua protezione politica. Se questo fosse successo, diciamo, il 7 novembre , molto probabilmente avremo potuto essere testimoni non solo dell’isteria di tutta la comunità liberale e dei suoi lacchè, ma anche di sanzioni da parte delle Nazioni Unite. Avremmo potuto vedere una nuova lista ‘Oulioukaïev’ in aggiunta alla lista ‘Magnitski’ ecc, ma ora questo non accadrà più. Vale a dire che queste persone non godono più di alcuna protezione politica.
Il problema non risiede solo nella personalità di di Oulioukaïev ma interamente in tutto il clan liberale. Noi abbiamo avuto solo un ministro dell’Economia del tutto onesto: M. Beloussov. Lo conoscevo e non ho mai avuto dubbi sulla sua personalità. D’altra parte con lui il ministero dello Sviluppo aveva fatto le stesse cose dell’attuale. La più importante è la vera funzione di questo organo. Se assicurasse lo sviluppo, sarebbe una cosa, ma nel caso dove nascondesse la distruzione del paese attraverso una politica liberale com’era il caso degli anni ’90, sarebbe una struttura del tutto diversa. un ministro dell’Economia onesto potrebbe far abbassare il livello di corruzione, è vero, ma non potrebbe rendere l’economia efficiente quando il blocco socio-economico del governo e la banca centrale continuino la politica degli anni ’90.
Uno stato ibrido si è formato in Russia negli ultimi anni. Nonostante la politica estera e quella interna siano in gran parte abbastanza patriottiche, la politica socio-economica segue l’orientamento verso il tradimento nazionale. Per quel che concerne il ministro delle Finanze Anton Silouanov e il capo della Banca Centrale della Russia Elvira Nabioullina, penso che tutto sia possibile in quanto il margine di fiducia possa ben presto essere sbriciolato”
Gulag, Vorkuta, Kolyma, Isole Solovki, Siberia. Questi nomi evocano ai più dolore, sofferenza, sadismo, estrema disumanità e morte. Questo è il risultato di quasi un secolo di martellante, omnipervasiva propaganda anticomunista e antisovietica che, possiamo affermare, ha lasciato un profondo segno nell’immaginario collettivo.
Ora nessuno di noi afferma che i gulag fossero esattamente dei centri benessere o località di vacanza e svago, anche solo per le dure condizioni climatico-ambientali dei luoghi dove erano collocati, ma è assolutmente falso che fossero luoghi comparabili non solo ai campi di sterminio nazisti ma anche a tutti i luoghi di detenzione dei paesi capitalisti.
Il compagno Luca Baldelli, in questo articolo, ci parla delle reali condizioni di vita in questi campi di rieducazione attraverso il lavoro.
Ulteriori elementi storici sul sistema del Gulag possono essere desunti dai seguenti articoli:
I Gulag: storia di un mito anticomunista
Le bugie concernenti la storia dell’Unione Sovietica I – II – III – IV
Solzhenitsyn ai raggi X. Anatomia di un mito anticomunista
Breve nota su la più famosa cheerleader dell’anticomunismo sovietico: Alexander Solzhenitsyn
Trotskij e i Processi di Mosca
Etnocentrismo, russofobia e pregiudizio anticomunista di Eric J. Hosbawm
DA LEGGERE: NON SIAMO SOLI IN ITALIA, GRAN LAVORO DEI COMPAGNI DI MONDOROSSO CHE SMANTELLA UN ALTRO MITO ANTICOMUNISTA SUI PROCESSI DI MOSCA
DICEMBRE 1935: IL VIAGGIO DI PJATAKOV Parte prima Durante il secondo processo pubblico di Mosca, tenutosi nel gennaio del 1937, G. L. Pjatakov – fino all’agosto del 1936 vice responsabile dell’industria pesante sovietica – dichiarò non solo di essere stato in incognito a partire dal 1931, un militante trozkista all’interno […]
Com’era seriosa questa società sovietica! Che barba e che noia, direbbe qualcuno! Tonnellate di propaganda, tempo libero incasellato, lavoro insoddisfacente, troppa (sic!!!) uguaglianza… Quante ne abbiamo sentite, dalle voci false e faziose della propaganda imperialista e anticomunista? Si potrebbe scrivere un’enciclopedia dei luoghi comuni anticomunisti in 100 volumi, mettendo a serio rischio la già intaccata foresta amazzonica. Capita che vai a sfogliare vecchie riviste, libri e giornali dell’epoca sovietica e… ti appare tutto un altro mondo! La satira, da qualcuno data per inesistente in Urss e nei Paesi della comunità socialista, viene fuori non dico da ogni rigo, ma quasi da ogni pagina, assieme alla sottile ironia e alla vis critica nella fustigazione di difetti e storture del sistema, non nascosti, ma anzi esibiti (qualche volta anche troppo, con ingenerosità) in nome della più autentica libertà di stampa, in piena franchezza.
Traduzione di Guido Fontana Ros
In qualità di ex soldato e di corrispondente di guerra in 14 conflitti, assisto a tutto il trambusto dei media sull’assedio sempre più stringente di Mosul, in Iraq e scuoto la testa. Questa “liberazione” organizzata dall’occidente di Mosul è uno dei più grandi pezzi di teatro politico-militare che abbia mai visto.
Lo Stato Islamico (IS), il difensore di Mosul, è una tigre di carta, gonfiato a dismisura dai media occidentali. L’IS, come lo scrivente ha detto per anni, è una folla armata composta da ventenni e trentenni malcontenti, fanatici religiosi e da moderni anarchici. Alla sua testa vi è una squadra di ex ufficiali dell’esercito iracheno con esperienza militare.
Questi ex ufficiali di Saddam Hussein sono dediti alla vendetta per la distruzione della loro nazione e il linciaggio del suo ultimo leader da parte degli USA, ma la truppa rango non ha addestramento militare, manca di disciplina, le comunicazioni sono scadenti e la logistica è a pezzi.
Infatti l’attuale Stato islamico è quello che l’Impero Ottomano definiva “Bashi-bazouks”, una masnada di tagliagole irregolari e feccia dalle fogne inviata a punire e terrorizzare i nemici per mezzo di torture, rapine, saccheggi e incendi dolosi.
Quello che mi ha stupito nella guerra occidentale contro il finto ISIS è la sua lentezza, la mancanza di slancio e l’esitazione. A mio avviso, l’ISIS è stato in gran parte creato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati come arma da usare contro il governo della Siria, proprio come i mujahadin afghani sono stati utilizzati dagli Stati Uniti e dai sauditi per rovesciare il governo afghano filo-sovietico. Israele ha provato ad usare la stessa tattica, aiutando a creare Hamas in Palestina e Hezbollah in Libano. Entrambi sono stati creati per dividere l’OLP.
L’ISIS è un movimento ad hoc, che vuole punire l’Occidente e i sauditi per la brutale carneficina che hanno inflitto al mondo arabo.
Le forze ausiliarie occidentali e curde sono state sedute a un’ora e mezza d’auto dalle città di Mosul e di Raqqa per oltre un anno. Invece gli aerei militari occidentali – soprattutto degli Stati Uniti – hanno bombardato cautamente intorno a questi obiettivi in quello che potrebbe essere uno sforzo per convincere i fuggiaschi dell’ISIS a ricongiungersi alle forze guidate dagli Usa che combattono il regime di Damasco.
Si noti che l’ISIS non sembra aver mai attaccato Israele benché stia giocando un ruolo importante nella distruzione della Siria. Alcuni rapporti dicono che Israele stia fornendo supporto logistico e medico all’IS.